Ricevuta lettera di licenziamento dalla CGIL: Gentile signora, la licenziamo.

Menomale che non hanno sporcato la parola “compagna”. Di KC.

Il 4 marzo si vota? Anche se vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti! (Faber).

Per conto mio ora parte: la causa penale per mobbing, quella civile per demansionamento e discriminazione di genere e una denuncia per violazione dei Diritti umani.
Un po’ di Storia:
Sono stata precaria dell’Informazione e della Formazione, fino al 2005.
Ho cominciato a fare la fotoreporter con Fabrizio De André e a scrivere su L’unità, a 15 anni. Ho fatto politica dalla pancia della mamma.
Ho insegnato Cinema, Comunicazione e Diritti e Doveri dei lavoratori.
E poi non sto a raccontare tutto il background fino al 2006. La mia storia la trovate sui social, che parlano chiaro della mia attività…
In tantissimi, spariti dalla mia vita, lo conoscono benissimo.
Dal 2006 sino al 2014 ho fatto la dirigente sindacale, per merito, Segretario della categoria Nidil, Milano, e Vice Presidente del Direttivo nazionale, eletta al Congresso, con rinuncia all’insegnamento… (Sigh). Sono stata invidiata e oggetto di cattiveria da parte di frustrati incapaci, che oltre a non saper fare nulla, mi hanno portato a vivere questa esperienza lavorativa che per me era un traguardo ma anche un “merito”, nella maniera più negativa possibile, solo per loro frustrazione. Sono sempre stata una donna generosa, positiva e ho messo a disposizione le mie capacità a chi non era in grado di entrare in competizione con me, facendoli pure passare per bravi. Ci mettevo la faccia in tv, per competenze, perché so comunicare con le persone e perché i miei interventi, in ogni ambito di dibattito, andavano benissimo! Anche da Barbara D’Urso, certo! Ovunque si può portare i nostri messaggi, bisogna andarci!
Poi, dopo 8 anni, invece che proseguire come tutti, a fare la funzionaria, sono stata messa al bando, perché troppo visibile, perché la mia faccia andava troppo in televisione, (ci andavo pure prima di arrivare in cgil e, se ci andavo tutti i giorni, come rappresentante del sindacato o come Opinionista, i motivi c’erano: era perché andavo bene televisivamente e portavo consenso e iscritti). Avrebbero potuto considerarlo un fatto positivo!
Ho organizzato i Corsi di formazione per i lavoratori delle agenzie di somministrazione, prima lasciati allo sbando e ne ho fatto divenire un introito fondamentale per la categoria. Ho portato centinaia di iscritti e portato migliaia di donne al sindacato, proprio perché la mia faccia era riconosciuta da coloro che avevano bisogno di aiuto.
Ho chiesto di farmi lavorare per la Comunicazione, Organizzazione o Formazione o al Centro Donna (chiedevo di utilizzare semplicemente la mia professionalità e le mie competenze!!!) alla fine del mandato come Segretario politico, e, invece, hanno preso alla lettera la parola Segretario, che io ho sempre cercato di far declinare al femminile e mi hanno trasferita a far pratiche per la disoccupazione, come Operatore al terminale, addirittura un gradino sotto la condizione di “segretaria” amministrativa …
Sono stata comandata a far pratiche data entry al patronato Inca e poi a far fotocopie in un appartamento, per i coworkers, dove son durata 1 settimana … per buttarmi fuori definitivamente, dal “Palazzo”. Con relativo decurtamemto stipendio, naturalmente.
Il primo incarico nel 2014, l’ho accettato solo perché doveva essere “temporaneo” e con la stessa retribuzione, (proposta di due dirigenti che non hanno esitato a rovinare la mia vita ma che sanno benissimo come piazzare i parenti e sfruttare il sindacato) ma al secondo trasferimento, nel gennaio 2017, sono andata ancora più in crisi! Era assurdo! Perché non ci mandano i loro figli diciottenni a far gavetta e fotocopie e alla reception, invece di farli entrare già nelle Segreterie con 1800 euro al mese?
Mi hanno demansionata e il mio stipendio, dal 2014 è stato decurtato di 400 euro.
Sono stata una ingenua, ho creduto a promesse gratuite. Non era mai successo a nessuno, in questo modo!
Con le mie competenze, perché dovevo accettare un declassamento simile? Il tetto di cristallo, di cui parlo da decenni, mi stava crollando addosso! E, naturalmente, quando sei “bruciata”, spariscono tutti… si è completamente SOLE.
Evidentemente, avendo eclissato troppo gli yes man e incattivito le yes women … è partita la guerra nei miei confronti.
Ed è cominciato il periodo più brutto della mia vita … Dopo un anno di malattia, dovuta a loro, al demansionamento e mobbing, sono stata licenziata da chi dice di difendere soprattutto i diritti delle donne… Ho fatto la visita alla Medicina del lavoro e lì sono rimasti veramente basiti…
In questi 4 anni ho scritto e incontrato tutti, per chiedere la mia giusta ricollocazione lavorativa, ho continuato a fare volontariato comunque, ho scritto libri sulla violenza sulle donne, la discriminazione nei luoghi di lavoro e organizzato iniziative sui temi delle donne, realizzato trasmissioni televisive e radio… con la morte nel cuore ma perché posso farne a meno. É nel mio Dna, lo faccio da sempre e sto male se non mi si da’ la possibilità di farlo e essere utile. (Ho collaborato per 20 anni con un partigiano e ho la passione per la solidarietà e la Giustizia)…
L’anno scorso ho ricevuto lettere di contestazione per aver partecipato e organizzato tali eventi e la proposta di accordo capestro, con squallidi pochi soldi e la promessa di tacere su tutto, da parte di questi dirigenti con la collaborazione di un avvocato sbagliato a cui avevo dato il mandato …
Ho detto no, anche alla proposta di mettermi in aspettativa non retribuita (e come campo?), ho cambiato avvocato e ho “sprecato” tanto tempo, fino al licenziamento…
Ora, dovesse essere la mia ultima battaglia sindacale, la porterò fino in fondo, dopo 4 anni di silenzio, sopportazione, crisi depressiva con ansia e stress occupazionale dovuto a mobbing e demansionamento immotivati. Non ho accettato un accordo capestro, accettando elemosina per andarmene e stare pure zitta per sempre. Ci rimetto il posto fisso (e con un figlio da crescere da sola, non è facile), ma non voglio perdere quella che mi ha sempre rappresentato: la dignità.
Sono abituata a fare, non sto ferma un secondo e finalmente, posso urlare la mia battaglia alla luce del sole.
Io sono così… e come tutte le donne e uomini che hanno lavorato sempre in modo precario… vivendo sempre in movimento e continuo aggiornamento, sono abituata alla lotta e non ho paura di lottare contro Golia.
Sarà una lotta dura, non avrei mai pensato di gestire una battaglia personale con il sindacato. Sono molto amareggiata ma convinta che le decisioni arbitrarie di poche persone, non possono rovinare la mia vita. Questi sconosciuti dirigenti rottamatori, non hanno forse idea di come possono reagire alcune donne… Se hanno deciso il mio licenziamento, mi devono dire PERCHE’, e sappiano che la mia lotta, sarà sia per me che per tutte le donne e uomini che hanno lavorato sempre per acquisire i diritti di tutti.
In primis, sarà dedicata alla mia mamma, che per il sindacato, ha sacrificato la vita.
E la mia lotta, sarà naturalmente, il mio prossimo libro.
E invitero’ le donne a lottare con me, come ho sempre fatto.
Si va al voto il 4 marzo?

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